giovedì 19 luglio 2012

La Ferrovia del Cilento in miniatura





La stazione ferroviaria di Vallo della Lucania: un piccolo gioiello nascosto nel Museo di Pietrarsa

di 
Laura Del Verme

3 ottobre 1839, Ferdinando II di Borbone e la sua corte al completo percorrono, trainati dalla locomotiva Vesuvio, il bellissimo tratto di costa che va da Napoli a Portici con il primo treno a vapore d’Italia. Una statua in ghisa, collocata nel piazzale del complesso, mostra re Ferdinando nell’atto di indicare il luogo dove costruire le prime officine ferroviarie, tributando un meritato onore al suo illuminato operato.
Oggi, nei capannoni industriali delle antiche officine borboniche di Pietrarsa, rivivono locomotive e carrozze, moderni gioielli, che fanno la felicità di adulti e bambini fin dal 1989, anno in cui è stato inaugurato il Museo Nazionale delle Ferrovie dello Stato. Quasi due secoli di storia delle ferrovie italiane risorgono in questi splendidi edifici, riadattati per ospitare il primo nucleo industriale del nostro paese. E per un secolo, fino alla seconda guerra mondiale che ne segnò il declino, hanno svolto un ruolo fondamentale nell’industria ferroviaria italiana ottenendo anche ambiti riconoscimenti internazionali.


In tutto questo immenso complesso che copre quasi 36mila metri quadrati, di cui 14mila coperti, articolato in padiglioni e settori in cui sono esposte locomotive, littorine, diverse tipologie di carrozze, attrezzature, riproduzioni fedeli e modellini di stazioni ferroviarie, trenini e navi, si leggono le storie anonime di tanti ferrovieri appassionati che hanno curato gli arredi di questo opificio per decenni, e senza che nessuno gliene desse merito. Operai ed impiegati per anni hanno coltivato una contagiosa passione per il modellismo, riproducendo i luoghi da loro più amati, nei ritagli di tempo. Hanno così costruito circa venticinque plastici di interi comparti ferroviari che, realizzati con cura, passione e perizia, comunicano ancora una grande emozione. Uno di questi, rimasto anch’esso anonimo, ricostruisce con un livello di dettaglio davvero impressionante, la piccola stazione di Vallo della Lucania che troneggia accanto al ben più famoso plastico “Brunetti” meglio noto come plastico del “Trecentotreni”.  Completo di arredi, lungo ben 18 metri, con i suoi 13 binari per gli arrivi e le partenze dei treni, provvisti di tutti i particolari: pensiline, banchine, quadri orari, scalo merci con numerosi autocarri, relativi fabbricati di servizio, incanta i visitatori, illustrando il funzionamento di una grande stazione di testa con relativo fabbricato viaggiatori, ispirata a Firenze S. Maria Novella.

Se oggi, questo luogo, è meta di tanti visitatori ed appassionati collezionisti, è anche un po’ merito dei tanti operai che l’hanno attraversato e che, con un lavoro silenzioso ed anonimo, hanno edificato, senza esserne coscienti, l’anima di uno dei più importanti centri di archeologia industriale d’Europa e polo nazionale di cultura ferroviaria.


FONTE: Il Giornale del Cilento del 5 luglio 2012