lunedì 26 settembre 2011

Il referendum che non fu. L'Italia nasce con una truffa, quella dei plebisciti.


Antirisorgimentali ingaggiati per le celebrazioni dell'unità a Villafranca


Rievocazione di una battaglia contro il re Carlo Alberto e del seggio del plebiscito nella città della pace. Il Comune finanzia il comitato delle Pasque veronesi che vuole il ritorno alla penisola divisa. E gli concede anche il castello.

Villafranca. Un seggio per «ricostruire le dubbie modalità» con le quali si svolse il plebiscito del 1866, che sancì l'annessione del Veneto all'Italia, sarà il modo di celebrare i 150 anni di unità nazionale a Villafranca, il prossimo 11 settembre.
La città del trattato di pace, che nel 1859 segnò una delle prime tappe del percorso di unificazione, festeggerà il compleanno italiano con una manifestazione organizzata dal Comitato per la celebrazione delle Pasque veronesi. Il gruppo è collegato ai movimenti antirisorgimentali. Per capirci, quelli che nelle piazze della provincia ricostruiscono fedelmente un seggio del «plebiscito truffa del 1866», come lo definiscono, illustrando «il clima di coazione fisica e psicologica in cui quelle consultazioni si svolsero». Insomma, è come se si dicesse a un anticlericale di officiare messa.
Così, l'11 settembre, il castello sfoggerà il gazebo del plebiscito e farà da scenario alla rievocazione storica di una battaglia risorgimentale combattuta nell'aprile del 1848. Nulla richiama il 1861 e l'unità d'Italia. Perché l'idea è stata suggerita proprio dal Comitato, nel luglio scorso. «L'evento», spiega l'assessore alla cultura Maria Cordioli, «rientra nelle celebrazioni dei 150 anniversario dell'unificazione. Abbiamo accolto la proposta affidando tutta l'organizzazione a Maurizio Ruggiero (anche segretario dei comitati Antirisorgimentali, ndr) avvalendoci della collaborazione dell'assessorato alla cultura della Provincia».
Il Comitato, al mattino, allestirà un accampamento delle truppe imperiali e sabaude in centro storico, che alle 16, al castello, si scontreranno con armi e cannoni a salve. I 55 figuranti rievocheranno uno scontro che ebbe luogo a Quaderni, si legge nel programma del Comitato, l'8 aprile 1848, tra reparti imperiali veronesi del 45° reggimento Arciduca Sigismondo e quelli sabaudi del Re Carlo Alberto.
Villafranca metterà a disposizione gratuitamente gli spazi e darà al Comitato un contributo di 3.000 euro. Si accollerà anche la spesa di 715 euro del «rancio per la truppa» di stanza al centro sociale. Organizzerà anche una conferenza stampa di presentazione dell'avvenimento, pretendendo che il Comitato, nel materiale promozionale della giornata, evidenzi la collaborazione dell'assessorato alla cultura.
Il programma della manifestazione si può scaricare anche dal sito
www.traditio.it, il portale dei cattolici tradizionalisti di Verona, che ingloba anche i Comitati delle pasque veronesi e quelli antirisorgimentali. Questi ultimi definiscono il Risorgimento un falso storico e celebrano l'Italia preunitaria. Vi partecipano associazioni e singoli «stanchi della bolsa propaganda sulla patria di plastica inventata e imposta nel 1861 e negli anni a seguire, in luogo dell'autentica Patria storica rappresentata dai Comuni e dagli antichi Stati preunitari», si legge sul sito. Vi aderiscono gruppi «della galassia venetista» e ancora indipendentisti, legittimisti e neoborbonici, tradizionalisti cattolici, esponenti della destra non nazionalista, singoli militanti e dirigenti della Lega Nord.
La loro attività di quest'anno era volta a proporre contro-eventi in occasione delle manifestazioni celebranti l'unità d'Italia, a cominciare dalla prima areniana con la presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Definiscono «infelice» la proclamazione del regno d'Italia e «nefasta» la ricorrenza del 17 marzo, invitando a non esporre il tricolore. Organizzano incontri anti-risorgimentali, supportando la tesi della forzatura del Risorgimento che avrebbe costretto le popolazioni a una serie di guerre civili...
Ferma restando la libertà di espressione, sancita dalla Costituzione, non c'era altro modo per festeggiare i 150 anni dell'Italia? La cui forma repubblicana, sempre da Costituzione, non può essere modificata (art.139), che è una e indivisibile (art.5), con la sua bandiera: il tricolore (art.12)?
Maria Vittoria Adami
L'ARENA del 5/9/2011